1 maggio 1999
Cara Elena,

 Non sarai tanto brava a disegnare – almeno così dici tu -  ma certo sai fare le domande. E tante. 
Una alla volta.

Le mie paure d’infanzia erano come quelle di tutti i bambini. Da piccolo era l’uomo nero. Poi c’era la paura delle botte. 
Anche se non picchiavano molto, una volta i papà minacciavano di farlo più spesso di quanto non facciano oggi. E a volte, per far credere che erano proprio decisi a farlo, si levavano la cinghia dai pantaloni. Ma raramente arrivava sul sedere del bambini. In ogni caso allora non c’era il telefono azzurro. Anzi, nella maggior parte delle case il telefono non c’era proprio nè bianco né nero. 
Non mi ricordo di aver ami avuto paura agli esami. Ero forse un po' presuntuoso e fi-ducioso nelle mie capacità. Ma studiavo…
Mi fai una domanda strana. Mi chiedi se ho delle paure che avevo trascurato da pic-colo. In effetti quando uno è grande gli vengono tante paure che da piccolo non si sognava neanche di avere. Innanzi tutto da piccolo uno pensa che il futuro sarà roseo. Quindi non ha paura del futuro. Le sue paure si riferiscono al presente. Da grandi invece si scopre che il futuro non è sempre come lo si sognava. E quindi si può aver paura del futuro. 
Ma tu adesso non cominciare ad avere paura del futuro. Tutto andrà bene. E poi c’è tempo per pensarci.
Quand’ero ragazzo l’unico cartone era Topolino. Poi cominciò Paperino. Ma i cartoni più che al cinema si vedevano sui giornalini. Il più importante era Corriere dei Piccoli. Era una festa ogni giovedì quando era in edicola.
Al termine delle elementari, oltre all’esame di quinta c’era anche un esame separato di ammissione alle Medie. Io l’ho fatto non a Vimercate ma a Monza, in una scuola che non conoscevo con tutti insegnanti che vedevo per la prima volta. Un po' di batticuore, ma neanche troppo. 
Guerra in Kosovo. Da quando tu hai scritto la lettera ci sono stati altri errori delle bombe intelligenti. Uno proprio oggi con quaranta morti. L’illusione è che si possa fare una guerra senza morti civili. E poi anche i militari sono uomini. 
Ma allora è meglio la pace. Certamente. E se tutti vogliono la pace, anche Milosevic e Clinton, perché si fa la guerra? Tu non sai rispondere e forse non ti preoccupi pensando che non lo sai perché sei piccola. Ma neanche i grandi lo sanno. 
Non resta che sperare che presto finisca. 

Ciao

zio Lucio